Attività di ricerca

Diari di scavo 2022 – sesta settimana

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Nuovi colleghi e un nuovo progetto per la spedizione Leiden - Torino a Saqqara

Mi chiamo Tomasz Herbich, sono specializzato in archeologia non invasiva, ovvero cerco di trovare strutture archeologiche invisibili in superficie senza ricorrere a scavi. A questo scopo, utilizzo metodi geofisici. Ho già lavorato in Egitto negli anni '80, e mi ci reco regolarmente ogni anno dalla fine degli anni '90. Finora ho condotto ricerche su oltre 100 siti, sia nella valle del Nilo che nel Delta, nelle oasi, e sulle rive del Mediterraneo e del Mar Rosso. Lavoro presso l'Istituto di Archeologia ed Etnologia dell'Accademia Polacca delle Scienze a Varsavia.

A Saqqara conduco ricerche usando il metodo magnetico (vedi fig. 1). Qui con me lavora Konrad Jurkowski, laureato in archeologia all'Università Jagellonica di Cracovia. Il metodo si basa sull'osservazione dei cambiamenti nell'intensità del campo magnetico terrestre e consente di registrare oggetti che emettono il proprio campo magnetico situati a una profondità non superiore a 1-2 m. Il metodo magnetico è stato utilizzato con successo in Egitto per quasi 50 anni. Inizialmente, era un metodo molto laborioso: effettuando una misurazione per ciascun settore di una griglia formata da celle di un metro quadrato, era possibile esaminare un'area di 1000 m2 in una giornata. Dalla fine degli anni '80, dopo l'introduzione di strumenti con tempi di misura sempre più brevi e la registrazione automatica dei dati nella memoria dello strumento, il rilievo può coprire un'area dieci volte maggiore nello stesso arco temporale, con un reticolo di misurazioni molto più denso (8 misure per metro quadrato).

 



Didascalia: Tomek al lavoro a Saqqara. Sullo sfondo, Alessandro Mandelli al lavoro con la stazione totale.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

L'efficacia del metodo è dovuta al fatto che il materiale da costruzione principalmente utilizzato nel corso della storia dell'Egitto era il mattone essiccato al sole, fatto di limo del Nilo. Il limo del Nilo contiene ossidi di ferro, il che fa sì che il valore magnetico dei muri di mattoni di fango sia solitamente diverso dall'ambiente circostante. Il metodo magnetico permette anche di registrare oggetti come fornaci e focolari, cluster di ceramica e pareti in mattoni cotti.

Iniziando la prospezione geofisica nella necropoli del Nuovo Regno a Saqqara, siamo coinvolti in una serie di ricerche condotte nell'area sin dalla metà degli anni '70. La ricerca è stata avviata dalla missione ceca con misure di resistività magnetica ed elettrica ad Abusir. Questa, ha portato al ritrovamento di un complesso di tombe di epoca tarda. Negli anni '80 poi, il lavoro condotto dalla missione polacca ha portato al rinvenimento di numerose tombe dall'Antico Regno al Tardo Periodo. La più grande indagine in termini di superficie è stata effettuata dalla missione scozzese, guidata da Ian Mathieson. Come risultato, sono stati stimati i limiti delle aree con tombe nell'area che va da Abusir fino alle necropoli del Nuovo Regno. L'anno scorso, la missione ceca ha ripreso la ricerca geofisica ed è stata ottenuta una pianta dettagliata della necropoli situata lungo il confine tra il deserto e la valle del Nilo, alla base dell'altopiano desertico.

 



 

Didascalia: Konrad a Saqqara.

Foto: Nicola Dell'Aquila.

 

Le misurazioni con il metodo magnetico richiedono però un notevole sforzo fisico: l'addetto allo lo strumento (Konrad Jurkowski - vedi fig. 2) percorre una distanza di 10-15 km al giorno: le traverse sono contrassegnate sulla superficie con nastri e linee (ogni misura deve avere coordinate definite con precisione negli assi x e y). Lo sforzo profuso nelle misurazioni viene premiato con il momento in cui - dopo aver trasmesso le misurazioni al computer - vediamo una mappa che mostra strutture invisibili in superficie (vedi mappa magnetica (fig. 4)). Scopo della nostra ricerca è scoprire i confini della necropoli e, se possibile, la sua pianta. Vogliamo anche arrivare ad ottenere un quadro più dettagliato della parte di necropoli già indagata dalla missione di Mathieson.

 



Didascalia: Konrad lavora con Maghed Rubi Assam prendendo alcune misurazioni. Fluxgate gradiometer Geoscan Research FM256.

Foto: Lara Weiss.

 



Didascalia: Mappa del campo magnetico. Dynamics -/+ 4 nT (bianco/nero). Griglia di 0.25 x 0.5 m.

Immagine: Tomasz Herbich.

 

Vi aspettiamo venerdì prossimo per un nuovo diario di scavo! 

 

I Diari di Scavo raccontano la missione congiunta del Museo Egizio e del Rijksmuseum di Leiden a Saqqara.

Il progetto di scavo a Saqqara è iniziato nel 1975. Fino al 1998, il museo di Leiden ha cooperato con l’Egypt Exploration Society di Londra. Anche l’Università di Leiden (dal 1999) e il Museo Archeologico di Bologna (dal 2011) sono stati coinvolti nel progetto.

Nel 2015, il Museo Egizio si è aggiunto come terzo partner.

Gli attuali direttori della missione sono Lara Weiss, curatrice della collezione egizia del museo di Leiden, e Christian Greco, direttore del Museo Egizio.
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