Verso la nuova Galleria dei Re

Museo Egizio e Accademia delle Scienze

Dal 23 aprile 2024 dei e faraoni accolgono i visitatori all’ingresso del Museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze.

Le statue della Galleria dei Re sono le protagoniste di un allestimento temporaneo - frutto della collaborazione tra Museo Egizio e Accademia delle Scienze - che offre una suggestione dell’origine del Museo, 200 anni fa, quando arrivarono a Torino le grandi sculture di faraoni e divinità.

La mostra sarà visitabile fino al 4 novembre 2024.



Le statue, infatti, nel 1823 varcarono la soglia del palazzo barocco che oggi ospita il Museo Egizio e l’Accademia delle Scienze, assieme a migliaia di reperti della collezione Drovetti, e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo nacque a Torino il primo Museo Egizio al mondo.

L’allestimento richiama la posizione delle statue nei cortili dei grandi templi dell’antico Egitto, dove le divinità e i faraoni, pur manifestando la propria ieraticità e autorevolezza, mantenevano uno stretto legame con i fedeli.

Si tratta di un'occasione unica per cogliere dettagli dei reperti che prima non erano fruibili, come le iscrizioni geroglifiche sulla parte alta del trono della statua di Tutmosi I o come la parte posteriore del copricapo del sovrano Horemheb o ancora il suo naso, che da lontano dà la falsa impressione di essere all’insù a causa di un restauro ottocentesco.



La mostra è anche l’occasione per fare il punto sull’evoluzione degli allestimenti delle statue al Museo in due secoli di storia e per riportare l’attenzione sui documenti ottocenteschi di una delle collezioni egittologiche più importanti al mondo, custoditi e visibili al Museo e all’Accademia delle Scienze.

Lungo il percorso espositivo sono richiamati i momenti salienti dell'esposizione dei reperti monumentali della collezione. All’Accademia delle Scienze sono invece conservate alcune lettere del padre dell’egittologia Jean François Champollion, i carnet di viaggio di Carlo Vidua e altri documenti che hanno permesso di ricostruire l’intreccio di vicende e personaggi storici e accademici che contribuirono a dare i natali al Museo Egizio.