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Conferenza generale ICOM 2025
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Terza giornata della General Conference ICOM a Dubai – 14 novembre 2025
Siamo giunti alla giornata conclusiva della 27esima Conferenza generale ICOM a Dubai, dedicata al tema “Catalyse”, ovvero catalizzare, che mette al centro il ruolo dei musei come agenti attivi di trasformazione all’interno delle comunità nel contesto delle sfide della contemporaneità. Un invito a considerare i musei come piattaforme vive, capaci di coltivare relazioni e attivare nuove visioni per il futuro.
Un intervento proposto nel contesto dei “curated networking” ha riunito rappresentanti delle istituzioni culturali degli Emirati Arabi Uniti - Department of Antiquities and Museums (RAK), Department of Tourism and Archaeology (UAQ), Tourism & Antiquities, Department (Fujairah), Department of Tourism Development (Ajman) - hanno richiamato l’attenzione su alcuni temi fondamentali per il futuro dei musei:

Durante la sessione “Defying Convention: Developing Museums Anew”, moderata da Peter Magee, si sono confrontati Gayane Umerova, Mona Khazindar, Mulenga Kapwepwe e Christian Greco, direttore del Museo Egizio.
Si è discusso del ruolo dei musei fino a chiedersi se il museo sia un luogo di costruzione o di distruzione. La discussione ha portato a riconoscere che entrambi gli aspetti sono veri. Si tratta infatti di luoghi in cui si creano nuove narrazioni, nuovi significati e nuove possibilità di interpretazione; ma al tempo stesso si tratta di istituzioni che si basano, almeno in parte, sulla distruzione dei contesti originari da cui gli oggetti provengono. Da qui la riflessione sul ruolo di tecnologia, dialogo con le comunità, scambi e mobilità internazionale come elementi fondamentali per ricostruire significati, per ridefinire la relazione tra i musei e la società e per generare nuove opportunità di lettura del patrimonio.
Nel suo intervento, Christian Greco ha portato la riflessione sul caso del Museo Egizio, ribadendo l’importanza di ricerca e innovazione tecnologica, sostenute da una formazione solida e continua.
Un approccio indispensabile soprattutto per istituzioni storiche come la nostra, fondate due secoli fa – in un periodo in cui l’Italia non esisteva ancora – peraltro ospitate in edifici nati con funzioni completamente diverse da quelle museali.
Greco ha posto particolare attenzione al tema dell’intelligenza artificiale applicata alle discipline umanistiche e, in particolare, all’archeologia. In questo campo, in cui i materiali sono spesso frammentari e le informazioni non omogenee, i modelli di traduzione e catalogazione massiva offerti dall’AI non risultano ancora pienamente soddisfacenti.
Questo non significa interrompere la sperimentazione, ma piuttosto affinare gli strumenti, e sviluppare metodi che garantiscano risultati affidabili. I musei infatti devono essere estremamente attenti agli errori perché hanno una grande responsabilità su ogni riga di testo e su ogni interpretazione che offrono. Il tutto senza rinunciare a ciò che è insostituibile: il contatto diretto da parte di chi si sta formando con i manufatti originali e con la letteratura antica.
Si è inoltre discusso di quanto sia importante che il mondo delle imprese si renda conto della rilevanza dei musei quali luoghi di sperimentazione, laboratori in cui testare e verificare le soluzioni più innovative. I risultati della ricerca sul patrimonio, infatti, hanno un grande impatto reale sulla società.
Nel suo intervento ha anche richiamato le radici storiche dell’istituzione museale: il primo museo della storia nasce infatti in Egitto, ad Alessandria, sotto Tolomeo I, come luogo fondato sulla ricerca, incarnata dalla biblioteca, ovvero su un ideale di studio e conoscenza.
Si è infine ribadito un concetto già evocato in altre discussioni nel corso della conferenza: il radical listening. La necessità da parte dei musei di mettersi davvero in ascolto. E non per dirsi o meno d’accordo ma per costruire significati che siano davvero nuovi.

Seconda giornata della General Conference ICOM a Dubai - 13 novembre 2025
Siamo alla seconda giornata della General Conference dell’ICOM a Dubai e oggi si entra ancora più nel vivo delle tematiche che accomunano i musei di tutto il mondo.
Le discussioni passano dal piano teorico a quello pratico, analizzando cosa possono fare le istituzioni museali per riuscire a rispondere concretamente ai bisogni e ai desideri del pubblico contemporaneo.

Sessione di ICOM 2025, Dubai
La parola chiave di oggi è “adattarsi”, quindi ci si propone di esaminare come i musei si adattano in risposta ai cambiamenti globali su diversi piani: nelle esigenze sociali e culturali e nelle trasformazioni demografiche all'interno delle comunità.
Sessione della mattina
Le attività della mattina ci hanno visti impegnati in diverse masterclass e mentoring sessions.
Si inizia con la mentoring session intitolata “Visitor Experience: Technology, Accessibility, Communication” (Esperienza del pubblico: Tecnologia, Accessibilità, Comunicazione).

Visitor Experience: Technology, Accessibility, Communication
Uno dei momenti più interessanti del panel è derivato dalla divisione in gruppi di lavoro, ce ci ha dato l’opportunità di metterci in relazione diretta con colleghi e colleghe proveniente da ogni parte del mondo (Sharjah, Pakistan, Somalia, U.S., U.K., Francia etc.)
Noi abbiamo scelto il team dedicato all’approfondimento del tema “Opening the Doors Wider: Reducing Barriers and Expanding Access in Museum Spaces” ("Aprire le porte: ridurre le barriere e favorire l’accesso nei musei).
In particolare si è riflettuto sulla complessità del concetto di decolonizzazione dello sguardo e come questo non sempre riesca a rendere la molteplicità di sfumature del fenomeno.
Abbiamo poi preso parte alla masterclass “Reverse Mentoring: Empowering Youth for Museum & Heritage” (Mentoring inverso: dare voce e potere alle persone giovani per Musei e Patrimonio), tenuta dai giovanissimi rappresentanti della National Heritage Board di Singapore.
Molto stimolanti i suggerimenti arrivati anche da questo gruppo di lavoro, che sollecita il coinvolgimento e l’autonomia delle persone giovani, per favorirne la partecipazione attiva e farne dei veri e propri custodi del patrimonio.
Tra le attività svolte ci sono: la creazione di esperienze interattive sul patrimonio ispirate alla cultura pop, tra cui anche i videogiochi, e la realizzazione di campagne digitali integrate, con attenzione anche ai circuiti di coinvolgimento post-visita.
Tra la prima e la seconda masterclass, ascoltiamo l’intervento di Kamini Sawhney, Direttrice fondatrice del Museum of Art & Photography di Bengaluru, dal titolo “Whose Museum Is It Anyway?” (Di chi è il museo, comunque?)
Una domanda ci colpisce e ci interroga particolarmente: “Se accettiamo che i musei sono considerati più affidabili delle altre istituzioni, allora cosa ci impone questo fatto, ovvero quello di essere custodi consapevoli della cultura delle comunità?”

Kamini Sawhney, Direttrice fondatrice del Museum of Art & Photography di Bengaluru
In chiusura della prima parte della giornata, abbiamo partecipato quindi alla seconda masterclass: “Visitor Experience: A DIY Toolkit for Museum & Cultural Districts”, il cui relatore è stato David van der Leer, guida della DVDL, un’agenzia di strategie per l’esperienza dei pubblici, che trasforma spazi e organizzazioni combinando mix innovativi di programmi con interventi di design e culturali.
La sua presentazione ci ha permesso di scoprire numerosi dati, strumenti e modelli utili a migliorare l’audience engagement. Aspetti e suggerimenti di cui faremo tesoro nei progetti del Museo Egizio.
Sessione pomeridiana
Nel pomeriggio, proprio come accaduto ieri, i panel di discussione sono tenuti dagli International Committees; noi abbiamo deciso di seguire quello tenuto dal GIPEG, ovvero il Comitato Internazionale per l’Egittologia.
Si è discusso di come le nuove tecnologie stiano trasformando la produzione e la trasmissione della conoscenza, e di come una nuova ondata di studi richieda un quadro solido sulla contemporaneità e sui temi etici.
Proprio le questioni etiche legate allo studio e all’esposizione dei resti umani sono state il cuore della relazione.
Ci piace ricordare come questo sia un tema molto caro al Museo Egizio, che dal 2014 porta avanti una riflessione consapevole sull’argomento e che, proprio nella volontà di porlo al centro delle sue attività, nel 2023 ha creato un proprio Comitato etico.

Il benvenuto alla sessione del CIPEG
Per oggi è tutto da Dubai, proseguiremo il racconto domani per la terza e ultima giornata di conferenza, durante la quale, peraltro, il Direttore Christian Greco interverrà come relatore in una delle sessioni principali.

A Dubai si scava a fondo... anche nel mondo dei musei!
Conferenza generale ICOM 2025 – Primo giorno 12 novembre 2025 – Il Museo Egizio è presente!
Dal 12 al 14 novembre 2025 una delegazione del Museo Egizio è in trasferta a Dubai per partecipare alla 27esima Conferenza generale ICOM (International Council of Museums).
La Conferenza Generale avviene con periodicità triennale e quest'anno, per la prima volta, si tiene nella regione MEASA (Medio Oriente, Africa, Sud Africa).
Questo appuntamento permette a migliaia di professionisti museali, provenienti da ogni parte del mondo, di aggiornarsi e confrontarsi su alcuni dei grandi temi di discussione all’interno del mondo museale.

Il Dubai World Trade Center, sede della conferenza.
In particolare, il tema di questa edizione è «The Future of Museums in Rapidly Changing Communities» (Il futuro dei musei nelle comunità in rapido cambiamento), articolato in 3 macro sezioni:
Il Museo Egizio vede coinvolti in questo viaggio 3 dei suoi dipartimenti:
In questi giorni di trasferta, condivideremo con voi il racconto di ciascuno di loro.

Il benvenuto di Emma Nardi, Presidente di ICOM
Dopo essere arrivati pieni di entusiasmo, nonostante il fuso orario, al Dubai World Trade Center, ci avviamo verso la sala principale per il benvenuto da parte dei vertici di ICOM e prendere parte alla cerimonia di apertura.
Sessione della mattina
La prima giornata è dedicata al tema della conservazione: si esaminano le decisioni cruciali che i musei devono prendere; ci si interroga su quali storie, patrimoni e elementi culturali privilegiare, mantenendo al contempo il loro ruolo fondamentale di custodi della verità storica, dell’autenticità e dell’accuratezza.
Questa la grande domanda posta al centro del dibattito: in un’epoca di cambiamenti tecnologici, disinformazione e sfide climatiche, in che modo le pratiche di conservazione e l’integrità delle narrazioni vengono influenzate?
La mattinata inizia quindi con un focus sulle nuove tecnologie nei musei; si riflette sul loro uso consapevole e responsabile, soprattutto in relazione all'AI (Intelligenza Artificiale), e sulle opportunità che esse aprono in termini di valorizzazione delle collezioni, di accessibilità del patrimonio e di ridefinizione delle narrazioni.
Mentre ascoltiamo case studies, confronti e riflessioni tra i vari professionisti che si susseguono, condividiamo sui social del Museo Egizio qualche istante in diretta, affinché anche la community online possa seguire - attraverso gli "occhi del museo" - questo importante evento.

L'intervento di Evita Goettsch, Rijksmuseum
Particolarmente interessante è stato l’intervento di Evita Goettsch, responsabile dell’Innovation Lab del Rijksmuseum di Amsterdam. La relatrice ha mostrato il lavoro svolto dal laboratorio dimostrando come grazie alle nuove tecnologie, compreso l’AI, sia possibile migliorare l’esperienza museale, senza tuttavia perdere il carattere storico e autentico dell’istituzione.
Proprio in questa direzione si pone il loro ultimo progetto dedicato alla fruizione del museo da parte delle persone con Parkinson. Attraverso dispositivi come tablet o computer possono accedere con facilità al museo anche da casa o dalla struttura in cui si trovano. Possono esplorare il museo e cliccando sulle singole opere acquisire maggiori informazioni sulle stesse, proprio come si trovassero fisicamente in visita nel museo.
Un esempio sicuramente stimolante questo del Rijksmuseum, che si spinge a ripensare il rapporto fra musei e tecnologie, sviluppando sempre più la capacità di adattarsi, mettersi in discussione ed evolvere.
Museum Fair
Arriva la pausa pranzo e, dopo aver fatto il carico di energie, stacchiamo con un giro alla Museum Fair, dove scopriamo numerosi prodotti, servizi, progetti e tecnologie all’avanguardia provenienti da tutto il mondo.
Sono tutti a disposizione per essere provati, così anche noi facciamo qualche test pratico!

La collega Virginia Cimino sperimenta un visore alla Museum Fair
Sessione pomeridiana
Nel pomeriggio, diversamente da quanto accaduto nella mattinata, gli International Committees (Comitati internazionali) che fanno parte di ICOM organizzano delle sessioni tematiche specifiche, al fine di approfondire diversi argomenti e ambiti di ricerca.
Così, ognuno di noi sceglie il panel di discussione più vicino alla propria professionalità; si spazia tra: mostre, sicurezza in ambito museale e il dialogo intergenerazionale.
Il dipartimento di Interpretazione, accessibilità e condivisione ha seguito l’intervento di ICME, International Committee for Museums and Collections of Ethnography.
Due i temi approfonditi da questa commissione: la pratica museale nell’era dell’intelligenza artificiale, con una particolare attenzione alla prospettiva di chi lavora in e con istituzioni indigene e comunitarie uso delle nuove tecnologie e implicazioni etiche; il cambiamento intergenerazionale e come questo si rifletta nelle azioni del museo.
L'ascolto delle esperienze che raccogliamo da tutto il mondo ci offre spunti preziosi da condividere con i nostri colleghi al rientro; ci permetteranno sicuramente di riflettere sul nostro lavoro e capire cosa possiamo migliore.

Sessione pomeridiana dell’ICME - International Committee for Museums and Collections of Ethnography, che ha riportato diversi approcci centrati sulle comunità
Una giornata intensa di incontri, scoperte e riflessioni che ci ricorda quanto il dialogo internazionale sia fondamentale per la crescita e il dinamismo dei musei.
Continuiamo a imparare, confrontarci e innovare — anche a migliaia di chilometri da Torino.
A domani per il racconto del secondo giorno di conferenza!

Il panorama della città appena usciti dal Dubai World Trade Center
Siamo giunti alla giornata conclusiva della 27esima Conferenza generale ICOM a Dubai, dedicata al tema “Catalyse”, ovvero catalizzare, che mette al centro il ruolo dei musei come agenti attivi di trasformazione all’interno delle comunità nel contesto delle sfide della contemporaneità. Un invito a considerare i musei come piattaforme vive, capaci di coltivare relazioni e attivare nuove visioni per il futuro.
Un intervento proposto nel contesto dei “curated networking” ha riunito rappresentanti delle istituzioni culturali degli Emirati Arabi Uniti - Department of Antiquities and Museums (RAK), Department of Tourism and Archaeology (UAQ), Tourism & Antiquities, Department (Fujairah), Department of Tourism Development (Ajman) - hanno richiamato l’attenzione su alcuni temi fondamentali per il futuro dei musei:
- il ruolo centrale della ricerca come base di ogni politica culturale solida,
- la forza della componente giovanile, riconosciuta come essenziale per la formazione delle future generazioni di leader,
- l’importanza del patrimonio culturale immateriale, da trasmettere e valorizzare insieme alle collezioni fisiche,
- la necessità di superare l’idea che i musei siano semplici “guardiani” del passato, per riconoscerli invece come istituzioni vive, partecipi e responsabili verso la società.

Durante la sessione “Defying Convention: Developing Museums Anew”, moderata da Peter Magee, si sono confrontati Gayane Umerova, Mona Khazindar, Mulenga Kapwepwe e Christian Greco, direttore del Museo Egizio.
Si è discusso del ruolo dei musei fino a chiedersi se il museo sia un luogo di costruzione o di distruzione. La discussione ha portato a riconoscere che entrambi gli aspetti sono veri. Si tratta infatti di luoghi in cui si creano nuove narrazioni, nuovi significati e nuove possibilità di interpretazione; ma al tempo stesso si tratta di istituzioni che si basano, almeno in parte, sulla distruzione dei contesti originari da cui gli oggetti provengono. Da qui la riflessione sul ruolo di tecnologia, dialogo con le comunità, scambi e mobilità internazionale come elementi fondamentali per ricostruire significati, per ridefinire la relazione tra i musei e la società e per generare nuove opportunità di lettura del patrimonio.
Nel suo intervento, Christian Greco ha portato la riflessione sul caso del Museo Egizio, ribadendo l’importanza di ricerca e innovazione tecnologica, sostenute da una formazione solida e continua.
Un approccio indispensabile soprattutto per istituzioni storiche come la nostra, fondate due secoli fa – in un periodo in cui l’Italia non esisteva ancora – peraltro ospitate in edifici nati con funzioni completamente diverse da quelle museali.
Greco ha posto particolare attenzione al tema dell’intelligenza artificiale applicata alle discipline umanistiche e, in particolare, all’archeologia. In questo campo, in cui i materiali sono spesso frammentari e le informazioni non omogenee, i modelli di traduzione e catalogazione massiva offerti dall’AI non risultano ancora pienamente soddisfacenti.
Questo non significa interrompere la sperimentazione, ma piuttosto affinare gli strumenti, e sviluppare metodi che garantiscano risultati affidabili. I musei infatti devono essere estremamente attenti agli errori perché hanno una grande responsabilità su ogni riga di testo e su ogni interpretazione che offrono. Il tutto senza rinunciare a ciò che è insostituibile: il contatto diretto da parte di chi si sta formando con i manufatti originali e con la letteratura antica.
Si è inoltre discusso di quanto sia importante che il mondo delle imprese si renda conto della rilevanza dei musei quali luoghi di sperimentazione, laboratori in cui testare e verificare le soluzioni più innovative. I risultati della ricerca sul patrimonio, infatti, hanno un grande impatto reale sulla società.
Nel suo intervento ha anche richiamato le radici storiche dell’istituzione museale: il primo museo della storia nasce infatti in Egitto, ad Alessandria, sotto Tolomeo I, come luogo fondato sulla ricerca, incarnata dalla biblioteca, ovvero su un ideale di studio e conoscenza.
Si è infine ribadito un concetto già evocato in altre discussioni nel corso della conferenza: il radical listening. La necessità da parte dei musei di mettersi davvero in ascolto. E non per dirsi o meno d’accordo ma per costruire significati che siano davvero nuovi.

Seconda giornata della General Conference ICOM a Dubai - 13 novembre 2025
Siamo alla seconda giornata della General Conference dell’ICOM a Dubai e oggi si entra ancora più nel vivo delle tematiche che accomunano i musei di tutto il mondo.
Le discussioni passano dal piano teorico a quello pratico, analizzando cosa possono fare le istituzioni museali per riuscire a rispondere concretamente ai bisogni e ai desideri del pubblico contemporaneo.

Sessione di ICOM 2025, Dubai
La parola chiave di oggi è “adattarsi”, quindi ci si propone di esaminare come i musei si adattano in risposta ai cambiamenti globali su diversi piani: nelle esigenze sociali e culturali e nelle trasformazioni demografiche all'interno delle comunità.
Sessione della mattina
Le attività della mattina ci hanno visti impegnati in diverse masterclass e mentoring sessions.
Si inizia con la mentoring session intitolata “Visitor Experience: Technology, Accessibility, Communication” (Esperienza del pubblico: Tecnologia, Accessibilità, Comunicazione).

Visitor Experience: Technology, Accessibility, Communication
Uno dei momenti più interessanti del panel è derivato dalla divisione in gruppi di lavoro, ce ci ha dato l’opportunità di metterci in relazione diretta con colleghi e colleghe proveniente da ogni parte del mondo (Sharjah, Pakistan, Somalia, U.S., U.K., Francia etc.)
Noi abbiamo scelto il team dedicato all’approfondimento del tema “Opening the Doors Wider: Reducing Barriers and Expanding Access in Museum Spaces” ("Aprire le porte: ridurre le barriere e favorire l’accesso nei musei).
In particolare si è riflettuto sulla complessità del concetto di decolonizzazione dello sguardo e come questo non sempre riesca a rendere la molteplicità di sfumature del fenomeno.
Abbiamo poi preso parte alla masterclass “Reverse Mentoring: Empowering Youth for Museum & Heritage” (Mentoring inverso: dare voce e potere alle persone giovani per Musei e Patrimonio), tenuta dai giovanissimi rappresentanti della National Heritage Board di Singapore.
Molto stimolanti i suggerimenti arrivati anche da questo gruppo di lavoro, che sollecita il coinvolgimento e l’autonomia delle persone giovani, per favorirne la partecipazione attiva e farne dei veri e propri custodi del patrimonio.
Tra le attività svolte ci sono: la creazione di esperienze interattive sul patrimonio ispirate alla cultura pop, tra cui anche i videogiochi, e la realizzazione di campagne digitali integrate, con attenzione anche ai circuiti di coinvolgimento post-visita.
Tra la prima e la seconda masterclass, ascoltiamo l’intervento di Kamini Sawhney, Direttrice fondatrice del Museum of Art & Photography di Bengaluru, dal titolo “Whose Museum Is It Anyway?” (Di chi è il museo, comunque?)
Una domanda ci colpisce e ci interroga particolarmente: “Se accettiamo che i musei sono considerati più affidabili delle altre istituzioni, allora cosa ci impone questo fatto, ovvero quello di essere custodi consapevoli della cultura delle comunità?”

Kamini Sawhney, Direttrice fondatrice del Museum of Art & Photography di Bengaluru
In chiusura della prima parte della giornata, abbiamo partecipato quindi alla seconda masterclass: “Visitor Experience: A DIY Toolkit for Museum & Cultural Districts”, il cui relatore è stato David van der Leer, guida della DVDL, un’agenzia di strategie per l’esperienza dei pubblici, che trasforma spazi e organizzazioni combinando mix innovativi di programmi con interventi di design e culturali.
La sua presentazione ci ha permesso di scoprire numerosi dati, strumenti e modelli utili a migliorare l’audience engagement. Aspetti e suggerimenti di cui faremo tesoro nei progetti del Museo Egizio.
Sessione pomeridiana
Nel pomeriggio, proprio come accaduto ieri, i panel di discussione sono tenuti dagli International Committees; noi abbiamo deciso di seguire quello tenuto dal GIPEG, ovvero il Comitato Internazionale per l’Egittologia.
Si è discusso di come le nuove tecnologie stiano trasformando la produzione e la trasmissione della conoscenza, e di come una nuova ondata di studi richieda un quadro solido sulla contemporaneità e sui temi etici.
Proprio le questioni etiche legate allo studio e all’esposizione dei resti umani sono state il cuore della relazione.
Ci piace ricordare come questo sia un tema molto caro al Museo Egizio, che dal 2014 porta avanti una riflessione consapevole sull’argomento e che, proprio nella volontà di porlo al centro delle sue attività, nel 2023 ha creato un proprio Comitato etico.

Il benvenuto alla sessione del CIPEG
Per oggi è tutto da Dubai, proseguiremo il racconto domani per la terza e ultima giornata di conferenza, durante la quale, peraltro, il Direttore Christian Greco interverrà come relatore in una delle sessioni principali.

A Dubai si scava a fondo... anche nel mondo dei musei!
Conferenza generale ICOM 2025 – Primo giorno 12 novembre 2025 – Il Museo Egizio è presente!
Dal 12 al 14 novembre 2025 una delegazione del Museo Egizio è in trasferta a Dubai per partecipare alla 27esima Conferenza generale ICOM (International Council of Museums).
La Conferenza Generale avviene con periodicità triennale e quest'anno, per la prima volta, si tiene nella regione MEASA (Medio Oriente, Africa, Sud Africa).
Questo appuntamento permette a migliaia di professionisti museali, provenienti da ogni parte del mondo, di aggiornarsi e confrontarsi su alcuni dei grandi temi di discussione all’interno del mondo museale.

Il Dubai World Trade Center, sede della conferenza.
In particolare, il tema di questa edizione è «The Future of Museums in Rapidly Changing Communities» (Il futuro dei musei nelle comunità in rapido cambiamento), articolato in 3 macro sezioni:
- Intangible Heritage (Patrimonio immateriale) — esplora come i musei possano salvaguardare, valorizzare e trasmettere il patrimonio immateriale in comunità in rapido cambiamento.
- Youth Power (Potere dei giovani) — indaga il ruolo delle persone giovani nel contesto dell’evoluzione dei musei, nella governance, nelle pratiche e nel futuro del settore.
- New Technologies (Nuove tecnologie) — affronta come le tecnologie emergenti e digitali stiano trasformando il lavoro museale, l’approccio alle collezioni, l’esperienza del pubblico e l’accessibilità.
Il Museo Egizio vede coinvolti in questo viaggio 3 dei suoi dipartimenti:
- Interpretazione, Accessibilità, Condivisione;
- Produzione;
- Sicurezza e Ambiente.
In questi giorni di trasferta, condivideremo con voi il racconto di ciascuno di loro.

Il benvenuto di Emma Nardi, Presidente di ICOM
Dopo essere arrivati pieni di entusiasmo, nonostante il fuso orario, al Dubai World Trade Center, ci avviamo verso la sala principale per il benvenuto da parte dei vertici di ICOM e prendere parte alla cerimonia di apertura.
Sessione della mattina
La prima giornata è dedicata al tema della conservazione: si esaminano le decisioni cruciali che i musei devono prendere; ci si interroga su quali storie, patrimoni e elementi culturali privilegiare, mantenendo al contempo il loro ruolo fondamentale di custodi della verità storica, dell’autenticità e dell’accuratezza.
Questa la grande domanda posta al centro del dibattito: in un’epoca di cambiamenti tecnologici, disinformazione e sfide climatiche, in che modo le pratiche di conservazione e l’integrità delle narrazioni vengono influenzate?
La mattinata inizia quindi con un focus sulle nuove tecnologie nei musei; si riflette sul loro uso consapevole e responsabile, soprattutto in relazione all'AI (Intelligenza Artificiale), e sulle opportunità che esse aprono in termini di valorizzazione delle collezioni, di accessibilità del patrimonio e di ridefinizione delle narrazioni.
Mentre ascoltiamo case studies, confronti e riflessioni tra i vari professionisti che si susseguono, condividiamo sui social del Museo Egizio qualche istante in diretta, affinché anche la community online possa seguire - attraverso gli "occhi del museo" - questo importante evento.

L'intervento di Evita Goettsch, Rijksmuseum
Particolarmente interessante è stato l’intervento di Evita Goettsch, responsabile dell’Innovation Lab del Rijksmuseum di Amsterdam. La relatrice ha mostrato il lavoro svolto dal laboratorio dimostrando come grazie alle nuove tecnologie, compreso l’AI, sia possibile migliorare l’esperienza museale, senza tuttavia perdere il carattere storico e autentico dell’istituzione.
Proprio in questa direzione si pone il loro ultimo progetto dedicato alla fruizione del museo da parte delle persone con Parkinson. Attraverso dispositivi come tablet o computer possono accedere con facilità al museo anche da casa o dalla struttura in cui si trovano. Possono esplorare il museo e cliccando sulle singole opere acquisire maggiori informazioni sulle stesse, proprio come si trovassero fisicamente in visita nel museo.
Un esempio sicuramente stimolante questo del Rijksmuseum, che si spinge a ripensare il rapporto fra musei e tecnologie, sviluppando sempre più la capacità di adattarsi, mettersi in discussione ed evolvere.
Museum Fair
Arriva la pausa pranzo e, dopo aver fatto il carico di energie, stacchiamo con un giro alla Museum Fair, dove scopriamo numerosi prodotti, servizi, progetti e tecnologie all’avanguardia provenienti da tutto il mondo.
Sono tutti a disposizione per essere provati, così anche noi facciamo qualche test pratico!

La collega Virginia Cimino sperimenta un visore alla Museum Fair
Sessione pomeridiana
Nel pomeriggio, diversamente da quanto accaduto nella mattinata, gli International Committees (Comitati internazionali) che fanno parte di ICOM organizzano delle sessioni tematiche specifiche, al fine di approfondire diversi argomenti e ambiti di ricerca.
Così, ognuno di noi sceglie il panel di discussione più vicino alla propria professionalità; si spazia tra: mostre, sicurezza in ambito museale e il dialogo intergenerazionale.
Il dipartimento di Interpretazione, accessibilità e condivisione ha seguito l’intervento di ICME, International Committee for Museums and Collections of Ethnography.
Due i temi approfonditi da questa commissione: la pratica museale nell’era dell’intelligenza artificiale, con una particolare attenzione alla prospettiva di chi lavora in e con istituzioni indigene e comunitarie uso delle nuove tecnologie e implicazioni etiche; il cambiamento intergenerazionale e come questo si rifletta nelle azioni del museo.
L'ascolto delle esperienze che raccogliamo da tutto il mondo ci offre spunti preziosi da condividere con i nostri colleghi al rientro; ci permetteranno sicuramente di riflettere sul nostro lavoro e capire cosa possiamo migliore.

Sessione pomeridiana dell’ICME - International Committee for Museums and Collections of Ethnography, che ha riportato diversi approcci centrati sulle comunità
Una giornata intensa di incontri, scoperte e riflessioni che ci ricorda quanto il dialogo internazionale sia fondamentale per la crescita e il dinamismo dei musei.
Continuiamo a imparare, confrontarci e innovare — anche a migliaia di chilometri da Torino.
A domani per il racconto del secondo giorno di conferenza!

Il panorama della città appena usciti dal Dubai World Trade Center
info@museitorino.it
011 44 06 903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:00