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Gli Egizi e i doni del Nilo
info@museitorino.it
011 44 06 903
Dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 18:30
Inaugura oggi la mostra "Gli egizi e i doni del Nilo" ospitata al Fortino Leopoldo I a Forte dei Marmi.
Da giovedì 1 agosto a domenica 2 febbraio 2025 sarà possibile approfondire le arti, le tecniche, le professioni e i materiali utilizzati dagli egizi attraverso vasi, stele, amuleti e papiri: 24 reperti di grande valore, dall’Epoca Predinastica (3900 - 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. - 395 d.C.), provenienti dai depositi del Museo e quindi normalmente non visibili al pubblico, in alcuni casi, mai esposti prima.
Tra i reperti esposti troviamo la maschera funeraria di età romana (30 a.C. - 395 d.C.) proveniente da Assiut, che è anche l'immagine guida della mostra; un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118 - 1980 a.C.) e il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076 - 722 a.C.). I 4 vasi sono chiusi da coperchi che ritraggono i Figli di Horus, con teste zoomorfe, utilizzati per conservare separatamente gli organi del defunto.
Il percorso espositivo sarà, inoltre, arricchito da infografiche e installazioni multimediali, con approfondimenti storico-scientifici sui reperti e sui diversi periodi storici.
Il terzo piano del Fortino sarà, invece, riservato alla riproduzione del sarcofago di Butehamon, per consentire ai visitatori di prendere idealmente parte allo studio scientifico del reperto. Riprodotto in scala 1:1 a partire dai rilievi condotti dal Politecnico di Milano e stampato in 3D, il sarcofago offre una concreta testimonianza di come i dati invisibili raccolti durante l’analisi di un reperto possano trovare una manifestazione materiale. Un sistema di mapping consentirà, infatti, di raccontare in modo dinamico come il manufatto fu concepito, costruito e successivamente restaurato.
Da giovedì 1 agosto a domenica 2 febbraio 2025 sarà possibile approfondire le arti, le tecniche, le professioni e i materiali utilizzati dagli egizi attraverso vasi, stele, amuleti e papiri: 24 reperti di grande valore, dall’Epoca Predinastica (3900 - 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. - 395 d.C.), provenienti dai depositi del Museo e quindi normalmente non visibili al pubblico, in alcuni casi, mai esposti prima.
Tra i reperti esposti troviamo la maschera funeraria di età romana (30 a.C. - 395 d.C.) proveniente da Assiut, che è anche l'immagine guida della mostra; un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118 - 1980 a.C.) e il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076 - 722 a.C.). I 4 vasi sono chiusi da coperchi che ritraggono i Figli di Horus, con teste zoomorfe, utilizzati per conservare separatamente gli organi del defunto.
Il percorso espositivo sarà, inoltre, arricchito da infografiche e installazioni multimediali, con approfondimenti storico-scientifici sui reperti e sui diversi periodi storici.
Il terzo piano del Fortino sarà, invece, riservato alla riproduzione del sarcofago di Butehamon, per consentire ai visitatori di prendere idealmente parte allo studio scientifico del reperto. Riprodotto in scala 1:1 a partire dai rilievi condotti dal Politecnico di Milano e stampato in 3D, il sarcofago offre una concreta testimonianza di come i dati invisibili raccolti durante l’analisi di un reperto possano trovare una manifestazione materiale. Un sistema di mapping consentirà, infatti, di raccontare in modo dinamico come il manufatto fu concepito, costruito e successivamente restaurato.
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